martedì 7 agosto 2018

Nuovo studio dimostra un'origine antica della Sindone? Siamo alle solite

Avevo già trattato sul mio precedente blog di presunti dibattiti aperti sull’origine medievale della Sindone, si tratta ormai da anni di un fatto scientificamente accertato, al di là di ogni ragionevole dubbio



Quando si parla di questioni che toccano la religione ed in particolare reliquie sacre, ancora nel 2018 si fa presto a considerare ogni nuovo studio che viene pubblicato come una sorta di pietra miliare, che riaprirebbe questioni spinose, toccando le credenze di milioni di persone. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che a Torino ci si prepara all’ostensione del lenzuolo. Che la Sindone di Torino sia un falso storico è stato dimostrato anche da un grande debunker sperimentale del Cicap, il prof. Luigi Garlaschelli che me ne parlò in una intervista. Ma gli studi non si fermano. Così oggi leggiamo annunciata in pompa magna la ricerca di Paolo Di Lazzaro dell'Enea su alcuni campioni di sangue che risulterebbero antichi. La ricerca è immediatamente successiva ad un’altra che dimostra come almeno la metà di queste macchie di sangue siano false

Nessuno studio mette in discussione l'origine medievale



Lo studio di Di Lazzaro non mette in discussione né la ricerca precedente, né l’origine medievale, almeno nella sostanza dell’esperimento così come viene presentata nell’articolo pubblicato su Applied Optics il 2 agosto scorso. Grazie ai miei contatti vicini a Soros e al Bilderberg ho potuto leggere l’articolo integrale. Ma ufficialmente mi è stato girato da un collega ricercatore abbonato alla rivista. Già dalle prime avvertenze capiamo che non si tratta affatto di uno studio il quale rimetterebbe in discussione le origini medievali del lenzuolo. 

The unique reddish blood stains on the archaeological cloth known as the Shroud of Turin caught the attention of several scholars, who proposed different hypotheses to explain the unusual blood color. To date, just a few hypotheses have been tested experimentally, and the results are debatable. In this paper, we test the strength of two hypotheses (namely, the presence of carboxyhemoglobin and the long-term influence of ultraviolet light on high-bilirubin blood) by the spectral reflectance of the blood stained regions on the Shroud and by color analyses of ultraviolet irradiated high-bilirubin blood stains on linen. The relevance of these simple methods to the study of stained textiles is discussed.

Se non sapete l’inglese - male - eccovi una piccola analisi critica. Oltre al fatto che si tratta di un esperimento attorno ad una ipotesi, come spiega lo stesso Di Lazzaro:

Il nostro obiettivo era … capire perché il sangue presente sul telo è rosso e non marrone, come dovrebbe essere un sangue antico e ossidato [nell’esperimento durato quattro anni] abbiamo usato il sangue di una persona malata di ittero, perché contiene grandi dosi di bilirubina [impregnandone un telo di lino, scoprendo che] l'interazione tra raggi ultravioletti e bilirubina altera il colore delle macchie.

La ricerca verifica una tesi sul colore delle macchie di sangue

Da quello che si può evincere dallo studio il problema è stato quello di spiegare come mai del sangue così vecchio non fosse scurissimo - come dovrebbe - ma bensì rossiccio. Secondo Di Lazzaro se si prende del sangue vecchio ma ricco di bilirubina (per itterico o a seguito di tortura) e lo si investe di raggi Uv, diventerebbe rossiccio. Ma occorre far notare che dalle foto e dalle spettroscopie pubblicate, l'arrossamento è quasi invisibile ad occhio nudo. La cosa interessante è che esiste anche un’altra tesi in base alla quale le macchie di sangue sarebbero state ritoccate con colori rossi. Resta un fatto: questo studio non smentisce affatto l’origine medievale del lenzuolo, con buona pace dei sindonologi.

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