È passata un'eternità dall'ultima volta che ho avuto il tempo di aggiornare questo blog. Per altro continuo a pagare le spese annuali del dominio. Considerato il fatto che sono in esilio da YouTube per diverse ragioni (potete approfondire nell'ultimo video del Canale), mi tocca tornare a scrivere anche qui con una certa regolarità.
Così almeno continuo a pubblicizzare i miei profili Twitter, Telegram e Instagram. A proposito, sapevate che su Telegram potete seguire le rassegne quotidiane dei miei articoli per Open, e altre collaborazioni? Ecco, adesso lo sapete.
ATTENZIONE: il post che state per leggere contiene alte dosi di ironia. Questo è un blog personale dove mi esprimo attraverso termini e modi che non mi sognerei mai di utilizzare nel lavoro, neanche sotto psicofarmaci. Se siete stronzi per qualche motivo desistete dalla lettura, tanto non ci capireste un cazzo.
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Dunque, ho lavorato a un pezzo scritto assieme a David Puente e Marco Assab sui documenti richiesti al Governo dalla Fondazione Luigi Einaudi: quelli del Comitato tecnico scientifico sull'emergenza Covid-19. È essenziale che leggiate l'articolo prima di proseguire questa lettura.
Per qualche ragione (ipotizzo dovuta a prassi politica, ma non sono un esperto) i verbali delle riunioni del Comitato non erano stati resi accessibili a tutti (alcuni sono classificati come "riservati"), e c'è voluta la caparbia della Fondazione Einaudi, unita a una sentenza del TAR, per ottenere la loro pubblicazione.
Così la mattina stessa, sentendomi un piccolo Assange, trasferisco in un pennino i Pdf (oltre 100 pagine) coi verbali e vari report dell'ISS e dell'INAIL. Passo i file al cartolaio, accertandomi che nessuno ci stesse osservando. Probabilmente quella cartoleria doveva essere una copertura dei Servizi. Come l'ho scoperto? Beh, al rientro mi sono accorto che avevano rilegato i fogli al contrario.
Così finalmente a casa, leggo la documentazione da destra verso sinistra, come un manga, cosa che ha reso la lettura più intrigante. Arrivo quindi al verbale del 7 marzo 2020, relativo a una riunione svoltasi nella sede della Protezione civile.
Tutti leggono subito la seconda pagina trascurando la prima [cosa che ho fatto anch'io, ma solo perché avevo la versione manga... E se fosse un complotto che coinvolge tutti i cartolai? Insomma, è plausibile... scusate, sto divagando come al solito]. Insomma, il Comitato non avrebbe proposto un lockdown, ma il Governo decise comunque per una chiusura totale nell'intero territorio italiano.
Questo lo si legge nella seconda pagina. Nella prima gli esperti elencano delle premesse alla base della loro proposta. Faccio notare un passaggio in particolare:
«Tenuto conto che quanto più le misure di contenimento sono stringenti tanto più ci si attende una maggiore efficacia nella prevenzione della diffusione del contagio».
Quindi se da un lato Conte non era succube dei tecnici - come sostenuto da alcuni critici - dall'altro non possiamo dire nemmeno che non li abbia ascoltati. Il Comitato proponeva due livelli di contenimento, uno più alto per le zone maggiormente colpite (accorpando rosse e gialle) e uno di base per tutto il Paese.
Ora va considerata una cosa fondamentale: non sono stati resi pubblici tutti i documenti. La Fondazione Einaudi lamenta la presenza di altri verbali e report di cui non era ancora nota l'esistenza. Il problema non è solo capire se avremo modo di analizzare anche quelli. In mancanza di una visione di insieme priva di buchi, non possiamo dare una interpretazione definitiva alle decisioni del Governo.
È fondamentale che le ragioni di Salute pubblica prevalgano su quelle economiche in questi casi. Questo però dovrebbe valere nell'ottica di non compromettere la Sanità. Con un lockdown questo non dovrebbe succedere. Quali sarebbero le ragioni economiche allora? È inutile che aspettate una mia risposta: lo sto chiedendo io a voi. Boh... forse era un problema politico più che economico: non si volevano isolare le regioni più virtuose come la Lombardia? Inasprendo le antipatie tra Nord e Sud.
Sono tutti ragionamenti che non hanno senso in mancanza di un quadro completo. La verità è che in tutte le redazioni si è cercato di capire la ragione della riservatezza di tali verbali. E se cerchi qualcosa a tutti i costi, prima o poi la trovi. Ma la lungaggine della burocrazia italica quasi mai ha avuto bisogno di affari loschi per essere spiegata.
Quel che ho trovato veramente interessante in questi documenti è che - dati alla mano - secondo l'ISS le misure di contenimento nel loro insieme hanno dimostrato di essere efficaci. Mi ha colpito anche un punto in cui si sosteneva che su un tipo di ventilatore rinunciavano a esprimersi, perché le istruzioni erano tutte in cinese (Sic!).
Ma ve lo trovo io uno che vi fa la traduzione, è un amico cinese dall'accento brianzolo, nato in Cina e cresciuto in Italia; fa il barista a Limbiate, ma non gli serve essere esperto di dispositivi medici per leggere delle istruzioni.
Ah, la burocrazia!
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