venerdì 20 maggio 2022

Cambiamento climatico stabilito per alzata di mano? E altri dubbi pretestuosi

Mi è stata chiesta dagli admin del gruppo Facebook Arena - Flame Forum Official una analisi della live di Andrea Lombardi sul Cambiamento climatico risalente all’ottobre 2021. Ebbene sì, mi ci sono voluti circa otto mesi e ancora non sono soddisfatto. Questo è emblematico della disparità di tempi e mezzi tra chi ha vedute "diverse" in merito all’etica dell’informazione. Ne faccio un post perché il mio arsenale bellico è piuttosto scarso, e visto che non c’è differenza tra i lettori che raggiungerei in questo blog e i follower su YouTube, tanto vale che uso almeno la forma dove funziono meglio, ovvero la mera scrittura.



Parliamo di due ore di filmato - piacevoli -, dove Lombardi ribadisce più volte di fare solo domande. Esprime dubbi, il problema è che sono mal posti e presentati in maniera fuorviante, soprattutto nella descrizione del video, che suggerisce una posizione distorta della Comunità scientifica e del modo in cui si forma il consenso in essa:


«Il dubbio è scienza. Il dubbio è doveroso. Sapete cosa NON È scientifico? Sostenere che una cosa è vera "perché la maggior parte degli esperti sono concordi". Mi dispiace signori, la scienza non è democratica. La velocità della luce non si stabilisce per alzata di mano e, sorpresa delle sorprese, neanche le cause del cambiamento climatico si stabiliscono a maggioranza. Ritentate, sarete più fortunati».
YouTube | L'introduzione al video di Lombardi.



Per capire meglio a cosa potrebbe riferirsi Lombardi bisogna andare al minuto 54:20 del filmato, dove parla di quel «97% degli scienziati [che] concordano sulla CO2». Ma si tratta soltanto di uno degli studi a cui John Cook et al fanno riferimento in una lettera apparsa su Environmental Research nel 2016, dove si arriva a un 97% di consenso tra gli autori di oltre 2400 paper. I ricercatori fanno inoltre riferimento a una analisi condotta su oltre 11 mila abstract di altrettanti studi sul Cambiamento climatico, trovando la medesima percentuale del 97%. Citano anche un lavoro di Richard Tol che indaga su 2412 autori di papers, apparso nella medesima rivista. 


L’analisi di Tol è particolarmente interessante, perché scopre che i ricercatori “dubbiosi” sono «non esperti - riportano Cook et al -, dimostriamo che questo risultato non è inaspettato perché il livello di consenso è correlato all'esperienza nelle scienze del clima. A un certo punto, Tol riduce anche l'apparente consenso assumendo che gli abstract che non affermano esplicitamente la causa del riscaldamento globale ("nessuna posizione") rappresentino la non approvazione, un approccio che, se applicato altrove, rifiuterebbe il consenso su teorie ben consolidate come come tettonica a placche». 


È proprio incrociando queste analisi - non certo il mero frutto di una alzata di mano -, che Cook et al possono concludere che «il risultato del 97% di consenso nella ricerca sul clima pubblicata è solido e coerente con altri sondaggi di scienziati del clima e studi sottoposti a revisione paritaria». 


Per altro sono emersi studi più recenti (parliamo di 88.125 articoli, non voti), che aggiornano la percentuale del consenso al 99%. Riporto l’abstract integrale, perché riassume egreggiamente lo stato della letteratura scientifica in merito. Altro che scienza fatta col voto (Sic!):


«Mentre i controlli sul sistema climatico terrestre sono stati sottoposti a rigorosi test di ipotesi sin dal 1800, negli ambienti pubblici continuano a sorgere interrogativi sul consenso scientifico sul ruolo delle attività umane nei cambiamenti climatici moderni».


«Aggiorniamo i precedenti sforzi per quantificare il consenso scientifico sul cambiamento climatico cercando nella letteratura recente articoli scettici sul riscaldamento globale causato da fattori antropici. Da un set di dati di 88125 articoli sul clima pubblicati dal 2012, quando questa domanda è stata affrontata l'ultima volta in modo completo, esaminiamo un sottoinsieme randomizzato di 3000 di queste pubblicazioni. Utilizziamo anche un secondo approccio ponderato per campione che è stato specificamente influenzato dalle parole chiave per aiutare a identificare eventuali documenti scettici sottoposti a revisione paritaria nell'intero set di dati».


«Identifichiamo quattro documenti scettici nel sottoinsieme di 3000, come evidenziato da abstract che sono stati classificati come implicitamente o esplicitamente scettici sul riscaldamento globale causato dall'uomo. Nel nostro campione, utilizzando parole chiave scettiche pre-identificate, abbiamo trovato 28 articoli che erano implicitamente o esplicitamente scettici. Concludiamo con elevata sicurezza statistica che il consenso scientifico sul cambiamento climatico contemporaneo causato dall'uomo, espresso in proporzione al totale delle pubblicazioni, supera il 99% nella letteratura scientifica sottoposta a revisione paritaria».


Cicli climatici e gas serra


Nella lettera pubblicata dal Sant'Anna di Pisa, firmata da oltre 200 scienziati climatici il 30 luglio 2019 - da allora ha continuato a raccogliere adesioni (trovate una nostra analisi qui) -, viene affermato innanzitutto, che sono numerose le fonti, provenienti da misurazioni effettuate da esperti in diverse discipline, dove si vede che attualmente le variazioni climatiche sono piuttosto marcate rispetto ai cicli climatici precedenti (fasi di riscaldamento e raffreddamento). Vale a dire, che osservando come il clima è variato nei milioni di anni addietro, in epoca odierna - almeno dal 1850, con livelli importanti a partire dal boom economico del secondo dopoguerra -, osserviamo un surriscaldamento in tempi che altrimenti avrebbero richiesto migliaia e migliaia di anni a manifestarsi. 


Tutto questo avviene in correlazione con l’emissione a partire dal 1850 di alte concentrazioni di gas serra nell’atmosfera. Soprattutto anidride carbonica (CO2) e metano (CH4). Non parliamo solo del consumo massiccio di combustibili fossili, ma anche di pratiche agricole e allevamenti intensivi. Nell’arco di meno di due secoli abbiamo restituito quel che la biosfera aveva immagazzinato nelle fonti fossili in milioni di anni. È molto improbabile che possa trattarsi di una correlazione spuria (casuale). Tutte le altre variabili che possono concorrere a determinare i cicli climatici, non hanno una corrispondenza paragonabile a quella tra gas serra e Riscaldamento globale. Anche tenendo conto che attualmente ci troviamo in una fase naturale di riscaldamento, perché usciamo dall’ultima glaciazione, questo aumento repentino nell’arco di due secoli è una anomalia rispetto alle fasi di riscaldamento incorsi nei milioni di anni precedenti. 


«Gli scenari futuri "business as usual" (cioè in assenza di politiche di riduzione di emissioni di gas serra) prodotti dai tutti i modelli del sistema Terra scientificamente accreditati, indicano che gli effetti dei cambiamenti climatici su innumerevoli settori della società e sugli ecosistemi naturali sono tali da mettere in pericolo lo sviluppo sostenibile della società come oggi la conosciamo, e quindi il futuro delle prossime generazioni - concludono gli autori della lettera -. Devono essere pertanto intraprese misure efficaci e urgenti per limitare le emissioni di gas serra e mantenere il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici ad esso associati al di sotto del livello di pericolo indicato dall'accordo di Parigi del 2015 (mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 °C)».


Siamo davvero sicuri che i gas serra siano decisivi? 


Lombardi esibisce correttamente per gran parte del video una serie di grafici che mostrano una correlazione tra livelli di CO2 e un repentino aumento delle temperature non spiegabile col periodo interglaciale in cui ci troviamo, ma sottolinea diverse volte che non vi è un rapporto di causa-effetto. Il maggior difetto della disamina di Lombardi sta nel fatto che - pur avendo letto alcuni testi divulgativi da lui mostrati durante la diretta -, non sembra aver consultato un climatologo (vale a dire un fisico che si occupa dell’argomento). Il dubbio ci sta, ma come punto di partenza per porre domande, altrimenti potrebbe essere meramente strumentale a un’idea diversa e priva di fonti a supporto. Io stesso lo avrei aiutato volentieri a trovare degli esperti. 


Bloomberg | Le emissioni di gas serra, come la CO2 si correlano perfettamente al Cambiamento climatico.



Comunque sì, scientificamente non possiamo essere sicuri al 100% nemmeno che il Sole domani sorgerà, tuttavia basta mettere le curve dei gas serra a confronto con gli altri sei fattori che possono influenzare il Clima (orbita terrestre, attività solare, vulcani, deforestazione, Ozono, inquinamento atmosferico), le quali, anche considerate assieme, non risultano mai correlate al Riscaldamento globale quanto i livelli di gas serra rilasciati dal 1850 in atmosfera. Suggerisco per capire meglio le infografiche di Bloomberg.


Bloomberg | Orbita, Sole e vulcanismo non si correlano col Cambiamento climatico quanto i gas serra emessi da noi.



E allora l’asteroide che fece estinguere i Dinosauri?


A un certo punto Lombardi riporta (dal minuto 27:18) alcune obiezioni in voga negli anni '70 dove qualcuno si sarebbe chiesto come mai l’asteroide che ha fatto estinguere i dinosauri non aviani (e aviani coi denti) non avesse causato un Riscaldamento globale, bensì un periodo di gelo globale. Cerco di spiegarla in maniera semplice, mi scuso per le imprecisioni, ma è tanto per capire il concetto. Un conto sono i gas serra, che fanno passare la luce e trattengono il calore, un altro sono le polveri rilasciate dall’asteroide in questione, che schermano la luce facendo così abbassare le temperature globali.



Mercanti del dubbio


C'è un termine che definisce chi opera da decenni vari tentativi di instillare dubbi pretestuosi riguardo al Riscaldamento globale e la responsabilità umana. Questo termine è «mercanti del dubbio». Come nella «strategia del tabacco», usata dalle aziende produttrici di sigarette per far sembrare che esistesse un dibattito aperto sul collegamento tra fumo e cancro; così una rumorosa e ben foraggiata minoranza di «scienziati climatici» cerca di seminare il dubbio in merito a quanto emerso da numerosi studi interdisciplinari e indipendenti. Di seguito elenco una serie di esempi trattati per il progetto Open Fact-checking:

Gli effetti del Climate change

I dubbi riguardo al Climate change si devono soprattutto al fatto che non sono immediatamente visibili oggi dalle persone nella vita di tutti i giorni. Tuttavia ci sono già oggi e si prevedono conseguenze sempre peggiori e più palesi dal 2030 in poi. La finestra di tempo oltre la quale non potremmo fare più niente per arrestare il fenomeno si restringe ogni anni di più. Ecco di seguito una serie di articoli dove tratto varie tipologie di conseguenze del Riscaldamento globale, per la rubrica Scienze di Open.online:

Effetti naturali


Effetti sociali


Climate change & cataclismi


Conclusioni - Due cose che condivido, fino a un certo punto


Effettivamente questa esegesi di Greta ha rotto un po’ le gonadi, manco fosse Giovanna d’Arco. Gli scienziati potrebbero pure fare un corso di public speaking. Ma non è colpa sua, dobbiamo pure riconoscerle il merito di aver focalizzato l’attenzione sul problema. Per quanto riguarda i divulgatori che avrebbero riso in faccia a Lombardi, mi spiace davvero, ma non è sufficiente a giustificare il vero elefante nella stanza della live in oggetto - che ho già menzionato -, ovvero il fatto che Lombardi non sembra aver consultato un esperto. Per il resto ho sempre condannato senza appello l’atteggiamento dei “miserabili con la laurea” che usano le loro competenze per umiliare il prossimo. Per saperne di più potete leggere il mio libro: Fake news: Guida di sopravvivenza per scientisti e idealisti, Poliniani, 2022. 


Foto credit: per la copertina mi sono avvalso dell'immagine disponibile gratuitamente di geralt su Pixabay.


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