domenica 22 maggio 2022

Perché il Vaiolo delle scimmie non sarà la prossima pandemia

È bello vedere che finalmente ci si interessa di potenziali minacce biologiche, come una prossima pandemia. Forse dovremmo anche chiederci fino a che punto ha senso riempire le pagine dei quotidiani riguardo a malattie come il Vaiolo delle scimmie o prima ancora l'Epatie pediatrica, che tanto ci ha fatto preoccupare il mese scorso. Cos'è dunque questo Monkeypox virus? Come mai contiamo diversi casi nel Mondo, anche apparentemente non collegabili con viaggi in Africa, nelle zone in cui ha avuto origine? 



Questa è una storia cominciata nel 1958, che vede i primi casi umani nel 1970 e comincia a essere inquadrata come un problema di zoonosi emergente nel 2004. Ad oggi non possiamo parlare di potenziale pandemia, ma non esistono nemmeno gli estremi per parlare di una epidemia, men che meno in Italia. Malgrado i titoli ansiogeni, parliamo di un virus di cui si erano già registrati sporadici focolai in Occidente - specialmente negli Stati Uniti -, le cui modalità di trasmissione rendono molto difficile il contagio. 

Detto questo sembra plausibile che diversi casi non sono stati registrati. Nel momento in cui scrivo sono state contate 117 segnalazioni (61 casi confermati). Il virus era stato già isolato da tempo, quindi è possibile verificare la positività col test molecolare PCR. Solo su 49 persone abbiamo una ricostruzione dei viaggi recenti, di cui uno solo proveniente dall'Africa. «Il che è forte indicazione di trasmissione a livello locale - continua Bucci sul Foglio -, visto che, fra l’altro, quasi tutti i casi non sono connessi epidemiologicamente, e quindi implicano la presenza di altri casi nelle nazioni in cui sono stati rilevati». Parliamo per tanto di più catene di trasmissione. In un mondo globalizzato ci sta. Abbiamo inoltre due buone notizie: il vaccino che ci ha permesso di debellare il Vaiolo "storico" (che ha portato proprio allo sviluppo del primo vaccino della Storia nel XVIII Secolo), funziona anche col Monkeypox; inoltre abbiamo l'antivirale tecovirimat

La trasmissione uomo-uomo

Alcuni titoli recenti hanno posto l'accento sulla trasmissione uomo-uomo, presentandola come una novità che suggerirebbe la presenza di un mutante potenzialmente più pericoloso, anche tenuto conto che dopo l'eradicazione del Vaiolo umano non vengono più fatte vaccinazioni di massa. Ma la possibilità di trasmissione da uomo a uomo era già nota

«È la prima volta che si comporta così», questo si trova nel titolo di un articolo accessibile a pagamento di Repubblica.

Inoltre, esistono modelli fin dagli anni '80, dove si vede che questo non cambierebbe significativamente la situazione. Del resto le rielaborazioni nostrane delle fonti anglo-sassoni danno per scontata la modalità di trasmissione anche tra persone.

Le previsioni di Bill Gates

Il Monkeypox virus fa parte della famiglia degli Orthopoxvirus, tra cui troviamo anche il virus del Vaiolo umano (Variola virus). Non sembra che i casi recenti possano essere associati al ceppo più pericoloso, che si trova in Congo, con una mortalità che può arrivare oltre il 10%. Nel ceppo proveniente dall'Africa occidentale la probabilità scende drasticamente sotto l'1%. La trasmissione avviene mediante grosse goccioline di droplet. Necessita contatti ravvicinati e prolungati, anche attraverso contaminazione tramite i fluidi corporei, lenzuola e vestiti contaminati, eccetera. Quel che andrebbe chiarito a questo punto è che il principale serbatoio animale resta ignoto. Lo chiamiamo Vaiolo delle scimmie, ma tra gli ospiti intermedi troviamo i roditori, che sono il principale veicolo con cui la malattia ha fatto capolino di tanto in tanto negli USA. Per quanto ne sappiamo questo potrebbe spiegare anche la presenza di più catene di trasmissione.

Davvero avevamo bisogno del vaccino di Bill Gates per il Vaiolo delle scimmie? Secondo la dottoressa Silvana De Mari, sì. Ma questo non risulta nella letteratura scientifica.

Anche se risulta la più importante infezione umana da Orthopoxvirus dall'eradicazione del Vaiolo, non sembra sufficientemente pericoloso da venire considerata un'arma per il bioterrorismo. Il vaiolo delle scimmie è caratterizzato da primi sintomi simil-influenzali, seguiti da gonfiore ai linfonodi, ed eruzioni cutanee in tutto il corpo. I casi comunemente registrati in Africa riguardano individui infettati dal morso di roditori o altri piccoli animali e generalmente non è facile che si diffonda nella popolazione. Tutto questo dovrebbe essere sufficiente come risposta ai No vax che hanno tirato in mezzo la solita previsione random di Bill Gates e l'ennesimo vaccino già pronto. Altrimenti suggerisco la lettura del fact-checking realizzato dai colleghi di Newsweek.

Foto credit: Immagine tratta dal film Il pianeta delle scimmie.

Puoi commentarmi anche su Telegram, così ti iscrivi al canale e non perdi i prossimi contenuti.


Sta per arrivare Polemicast, il primo podcast che ti aggiorna sui temi scientifici



Leggi anche:




Nessun commento:

Posta un commento